Il primo marzo del 2024 è entrata in vigore una delle restrizioni previste dalla legge di Bilancio riguardante il Superbonus, ecobonus, sismabonus e bonus ristrutturazioni: l’aumento della ritenuta sui bonifici parlanti dal 4% all’11%.

Questo cambiamento ha impattato direttamente sulle transazioni finanziarie legate ai lavori agevolati con i bonus edilizi. Quando il committente effettua il pagamento all’impresa tramite bonifico parlante, le banche e Poste Italiane trattenengono una percentuale come acconto dell’imposta sui redditi.

Prima di questo aggiornamento normativo, la ritenuta sul bonifico parlante era stata gradualmente modificata nel corso degli anni. Inizialmente introdotta nel 2010 con un’aliquota del 10% per favorire la stabilizzazione finanziaria e la competitività economica, fu ridotta al 4% nel 2011 a seguito delle proteste degli imprenditori edili.

Successivamente, nel 2015, l’aliquota è stata portata all’8% con la Legge di Stabilità, mantenendosi invariata fino alla recente modifica del 2024 che l’ha innalzata all’11%.

Questo aumento ha suscitato nuove critiche da parte del mondo imprenditoriale, già alle prese con altre restrizioni introdotte dalla stessa Legge di Bilancio. Oltre all’incremento della ritenuta sui bonifici parlanti, vengono richiamate anche le verifiche sulle rendite catastali dopo i lavori agevolati con il Superbonus e la tassazione al 26% della plusvalenza derivante dalla vendita delle case riqualificate con lo stesso Superbonus.

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